La Statua Equestre di Marco Aurelio

L’imperatore che ha simboleggiato il buon governo

La statua equestre di Marco Aurelio è uno dei pochi bronzi sopravvissuti alle fusioni del Medioevo, e l’unica delle 22 statue equestri – chiamate equi magni – presenti nella Roma Antica. A partire dal X secolo d.C. sappiamo che si trovava presso San Giovanni in Laterano.
Deve la sua salvezza ad un errore: nel Medioevo erano convinti che il cavaliere fosse l’imperatore Costantino, colui che aveva reso il cristianesimo religione dell’impero.
Dal 1538 fu spostata in Piazza del Campidoglio dove resto per 443, quando venne restaurata ed infine collocata nell’esedra appositamente costruita per proteggerla.

Del monumento equestre dedicato all’imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.) non troviamo alcuna menzione nelle fonti letterarie antiche, ma è verosimile che esso sia stato innalzato nel 176 d.C., insieme ai numerosi altri onori tributatigli in occasione del trionfo sulle popolazioni germaniche, o nel 180 d.C., subito dopo la morte.

In quei tempi a Roma le statue equestri erano molto numerose: le descrizioni tardoimperiali delle regioni della città ne enumerano ventidue, definite equi magni, ossia maggiori del vero, analogamente al monumento di Marco Aurelio.

Quest’ultimo, tuttavia, è l’unico giunto sino a noi e in virtù della sua integrità ha assunto ben presto un valore simbolico per tutti coloro che intendevano proporsi come eredi dell’antica Roma imperiale. Il luogo di collocazione originario non è noto. Tuttavia già Carlo Fea, che per primo attribuì la salvezza del monumento alla errata identificazione del cavaliere con l’imperatore Costantino, confutò l’ipotesi avanzata da Nardini e accolta da Winckelmann che la statua fosse stata innalzata fin dall’inizio al Laterano, dove è ricordata nelle fonti medievali.

In realtà si può affermare soltanto che la statua sia stata eretta per una dedica pubblica e che, pertanto, il luogo di collocazione originaria più probabile fosse il Foro Romano o la piazza con il tempio dinastico che circondava la Colonna Antonina.

La presenza al Laterano della scultura bronzea viene ricordata fin dal X secolo, ma è probabile che vi si trovasse almeno dalla fine dell’VIII secolo, quando Carlo Magno volle duplicare la sistemazione del campus Lateranensis, trasferendo davanti al suo palazzo ad Aquisgrana (Aachen) una statua equestre analoga portata via da Ravenna.

Nel gennaio del 1538, per ordine di papa Paolo III della famiglia Farnese, la statua fu trasferita sul colle Capitolino, che dal 1143 era divenuto sede delle autorità cittadine. Ad un anno dal suo arrivo, il Senato Romano affidò a Michelangelo l’incarico di risistemare la statua del Marco Aurelio. Il grande artista fiorentino, invece di limitarsi a progettare una sistemazione idonea per il monumento, ne fece il perno di quel mirabile complesso architettonico che è la piazza del Campidoglio.

Fonte:Musei Capitolini Guida – Comune di Roma, Assessorato alle Politiche culturali, Sopraintendenza ai Beni Culturali – Nuova edizione ampliata 2006 – Mondadori Electa Spa – pagina 128

  • Altezza: La statua in bronzo dorato è alta 4,24 metri e lunga 3,87 metri dalla coda al muso. L’altezza fino alla testa del cavallo inclusa è di 3,52 metri, mentre l’altezza sino alla testa di Marco Aurelio è di 5,85 metri.
  • Composizione: L’imperatore è raffigurato a capo scoperto, vestito con una tunica e un pesante mantello da comandante, detto paludamentum, che è fissato sulla spalla destra con una spilla a disco.
  • Cavalli: La scultura mostra Marco Aurelio a cavallo, con la mano destra alzata in segno di pacificazione dei territori conquistati.
  • Curiosità: l’imperatore cavalca senza staffe, questo perché in Europa furono importate dalle popolazioni barbare nell’Alto Medioevo mentre i romani non le utilizzavano.

La statua equestre di Marco Aurelio è l’unico modello rimasto per le statue equestri del Rinascimento, ed è stata sempre esposta, rendendola un’opera eccezionale e preziosa. Essendo testimone per millenni della città è diventata ovviamente oggetto di molte leggende:

  1. La Civetta e il Giudizio Universale:
    • Una delle leggende più popolari riguarda la doratura della statua. Si dice che quando la doratura ricoprirà completamente la scultura, una civetta (così era interpretato il ciuffo di peli tra le orecchie del cavallo) canterà per annunciare la fine del mondo e volerà via1.
    • Questo misterioso dettaglio ha catturato l’immaginazione delle persone nel corso dei secoli, e la statua è diventata un simbolo di attesa e speranza.
  2. La Mano Protesa e la Pergamena:
    • La statua sembra sottolineare la tendenza più tranquilla e pacifica di Marco Aurelio. Alcuni studiosi sostengono che nella misteriosa mano protesa dell’imperatore tenesse una pergamena, simbolo di studio e intelletto2.
    • Questa interpretazione suggerisce che Marco Aurelio fosse un sovrano filosofo, interessato alla conoscenza e alla saggezza.
  3. Eccezionalità Storica e Artistica:
    • La statua di Marco Aurelio è eccezionale perché quasi tutte le statue bronzee dell’antichità sono state fuse per ricavarne metallo. Solo poche statue bronzee dell’età antica sono giunte sino al presente, e la statua di Marco Aurelio fa parte di questo ristretto gruppo.
    • È l’unica statua equestre rimasta sempre esposta e l’unica giunta pressoché integra sino all’età contemporanea. Per questa sua eccezionalità, la statua ha influenzato le statue equestri del Rinascimento3.
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