Dante Alighieri a Roma

La città eterna vista dal divin poeta

Come percepiva Dante la città di Roma e come gli artisti di Roma hanno voluto celebrare il poeta nella città

Dante visitò Roma sicuramente nel 1301, facendo parte di un’ambasceria di fiorentini venuti a chiedere a Bonifacio VIII clemenza per la loro città. Roma si stava riprendendo dai secoli bui dell’Alto Medioevo, ma era una città di medie dimensioni, più piccola rispetto a Firenze.

Lo spettacolo comunque doveva essere di grande impatto, con le sue oltre trecento torri. Dante ha un atteggiamento ambivalente nei confronti di Roma, da una parte la condanna per la sua corruzione, dall’altra riconosce il suo ruolo fondamentale nella storia dell’umanità e della cristianità.

“Soleva Roma, che ‘l buon mondo feo

due soli aver, che l’una e l’altra strada

facean veder, e del mondo e di Deo” (Purgatorio, Canto XVI)

Dante afferma che Roma, che un tempo diede al mondo la pace e la giustizia, soleva avere due autorità, le quali indicavano le due strade, quella della felicità materiale (il mondo) e quella della felicità spiriturale (di Deo).

Riconosce anche il fascino che la città esercita sui pellegrini:

Se i barbari, venendo da tal plaga,

che ciascun giorno d’Elice si cuopra,

rotante col suo figlio ond’ella è vaga,

veggendo Roma e l’ardua sua opra,

stupefaciensi quando Laterano

a le cose mortali andò di sopra.” (Paradiso, Canto XXXI)

Se i barbari, scendendo da regioni così settentrionali che l’Orsa Maggiore (l’Elice) vi rimane sempre visibile, ruotando insieme con il figlio che tanto ama, vedendo Roma e i suoi grandiosi edifici, rimanevano attoniti per lo stupore, quando Roma superò (in grandezza e potenza) tutte le cose mortali.

Ma soprattutto Dante riconosceva nel papato corrotto di Bonifacio VIII la colpa di tutto:

Lo principe di nuovi farisei

avendo guerra presso a Laterano,

e non con Saracin né con Giudei,

chè ciascun suo nimico era cristiano.” (Inferno Canto XXVII)

Dante si riferisce alla città con descrizioni talmente dettagliate da far presumere che il poeta abbia visto coi propri occhi Roma.

Come i Roman, per l’esercito molto,

l’anno del Giubileo su per lo ponte

hanno a passar la gente modo colto

che da l’un lato tutti hanno la fronte

verso il Castello e vanno a Santo Pietro

da l’altra sponda vanno verso il monte.(Inferno, Canto XVIII)

Qui Dante fa riferimento al passaggio a doppio senso su ponte Sant’Angelo che in occasione del primo giubileo della storia, indetto nel 1300 proprio da Bonifacio VIII aveva portato in città oltre 200.000 pellegrini.

Fu a Roma che Dante ricevette la notizia dell’esilio e non poté più rientrare nella sua amata Firenze, neanche dopo la morte. La sua opera immortale ha plasmato l’immaginario collettivo e artistico del nostro Paese. Il primo grande amante di Dante, fu Boccaccio.

Raffaello inserì Dante in due affreschi nelle stanze del Papa in Vaticano: nel Parnaso insieme ad Omero (1510-1511) all’interno della Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane e nella Disputa sul Sacramento (Trionfo dell’Eucaristia) del 1509.

Dante Alighieri

Dante Alighieri: uno dei più grandi poeti della storia, nacque a Firenze tra il 21 maggio e il 20 giugno 1265. Boccaccio, il suo primo biografo, fa discendere la famiglia di Dante dai Frangipane e quindi da un’antichissima famiglia dell’aristocrazia romana.
Secondo Boccaccio al tempo di Carlo Magno, fu inviato da Roma un certo Eliseo Frangipane, per riedificare Firenze. I discendenti di questo nobile uomo, avevano preso a chiamarsi degli Elisei e da questi sarebbe disceso Cacciaguida, l’antenato che lo stesso Dante nomina nel Paradiso. Non ci sono però documenti storici che possano comprovare questa tesi.

Tuttavia Dante Alighieri stesso rivendica attraverso le parole di Brunetto Latini un’ascendenza romana (Divina CommediaInferno, XV 73-78); sarebbe stato infatti il rampollo di una di quelle famiglie romane che, insieme ad altre famiglie fiesolane, fondarono Firenze dopo la distruzione di Fiesole da parte di Giulio Cesare.

La vita di Dante fu segnata da incontri significativi e avvenimenti cruciali:

  • 1274 incontro con Beatrice: Dante incontrò Beatrice per la prima volta quando entrambi erano bambini. Questo incontro segnò profondamente il poeta e ispirò gran parte della sua poesia. Beatrice appare anche come guida nella sua opera maestra, La Divina Commedia.
  • 1287 Università di Bologna: Dante studiò all’Università di Bologna, una delle più famose università medievali. Qui entrò in contatto con il grande studioso Ser Brunetto Latini, che lo influenzò notevolmente.
  • 1290 8 giugno, Beatrice, oggetto della passione di Dante, morì a soli ventiquattro anni nel 1290. La sua morte segnò profondamente il poeta e ispirò la sua poesia.
  • 1293 Dante sposa Gemma Donati
  • Il viaggio narrato da Dante nel poema si svolge nell’arco di circa una settimana, da venerdì 8 aprile (o 25 marzo) a giovedì 14 aprile (o 31 marzo) dell’anno 1300: è l’anno del primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII ed ha dunque una valenza simbolica, venendo a coincidere con la speranza di un rinnovamento spirituale e politico che è alla base del pensiero dell’autore e che anima molte pagine dell’opera. Nel 2020 è stato istituito il Dantedì – ogni 25 marzo si festeggia la giornata di Dante, in corrispondenza dell’inizio del suo viaggio nell’oltretomba.
  • 1301 Entra a far parte del Consiglio dei Cento (tra aprile e settembre) e partecipa ad una ambasciata presso papa Bonifacio VIII
  • 1302: il 27 gennaio viene condannato in contumacia a due anni di confino. Il 10 marzo, sempre in contumacia, viene condannato al rogo.
  • 1315: il 6 novembre Dante viene nuovamente condannato a morte, questa volta la condanna investe anche i suoi figli. Dalla fine dell’anno soggiornerà a Verona per almeno 4 anni.
  • 1319: il poeta si trova a a Ravenna, presso Guido Novello da Polenta
  • Morte: Dante morì a Ravenna il 13 o 14 settembre 1321. La sua eredità letteraria e la sua opera immortale, La Divina Commedia, continuano a influenzare il mondo fino ai giorni nostri.

L’importanza di Dante è testimoniata anche nel cinema. Già nel 1911 uscì il primo adattamento cinematografico della prima cantica della Divina Commedia.

Fonti esterne:

Per tutto l’Ottocento Dante fu il simbolo dell’intellettuale che aveva profetizzato la nascita dello stato italiano e l’inventore della lingua moderna. Il principe Massimo fece affrescare una stanza del suo Casino in Laterano dai giovani artisti chiamati Nazareni. Nel 1920 venne istituita la Casa di Dante, nel Palazzetto degli Anguillara a Roma, per diffondere lo studio dell’opera del divino poeta.

Alessandro Torlonia era amante di Dante se ha voluto omaggiarlo più volte nel casino dei Principi a Villa Torlonia e nel suo teatro, dove la statua di Dante sta di fronte all’amata Beatrice.

In occasione dell’Esposizione Universale del 1942 era in progetto il Danteum, un visionario progetto di tradurre in architettura le tre cantiche della Divina Commedia. Era stato affidato a due grandi architetti Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri. Purtroppo l’edificio non vide mai la luce a causa della guerra, ma ci rimangono i disegni ed i progetti, tra cui il bellissimo colonnato di cristallo per il Paradiso.

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora